Zaire (1995)
Zaire 1995, Zaire2 1997, è una performance senza trama. Vista e presa, non c’è prova, tutto è improvvisato. Solo la fisicità espressiva dei protagonisti e i loro modi di ridere, parlare, cantare, sono la materia e costituiscono la trama verosimile.
Mauri presenta il coro nero di una comunità dello Zaire, che canta le sue preghiere con la mente e con il corpo. Un coro religioso: i testi sono tratti dalla Bibbia, ma in lingua dello Zaire. La loro unità non è frutto di studio, piuttosto di consuetudini contadine, e di un’allegra improvvisazione.
Un’umanità senz’altro di Dio.
Con un’efficacia espressiva tra corpo e spirito, quasi inspiegabile, si impone con una naturalezza rara nella pietas occidentale. Un Dio allegro benedice quelle creature splendide e non indifferenti; sembra cantare con loro, o ascoltarle soddisfatto.
Il tema ripropone una diversa manifestazione di una medesima religiosità. Un controllo intellettuale della pietas occidentale e non. (Dora Aceto)
Data e luogo di esposizione
1995 – Ad usum fabricae, Chiesa di San Domenico, L’Aquila, a cura di Gianni Fileccia e Tullio Catalano
1997 – Zaire 2, Chiesa Arciconfraternita, Piazza Pasquino, Roma